A Belluggio, paesino fittizio nel milanese, ci si annoia, il calendario diversifica i giorni soltanto nel nome, poiché per il resto tutto scorre con un moto noioso e prevedibile, ma non preoccupatevi che tutto questo sta per cambiare.
Attraverso questo romanzo, dalle molteplici sfaccettature, l'autrice Sara Emma Calvitto affronta tematiche interessanti e d'attualità.
Viola è una ragazza introversa, alienata dallo studio e con pochi amici, vive in un paesino nella provincia di Milano, un luogo dove ogni giorno sembra uguale a quello precedente e come Bill Murray nella famosa pellicola del '93 di Harold Ramis, si ritrova inconsapevolmente o meno incarcerata nel ciclico susseguirsi di giorni, come in un loop infernale. Ma un ciclone si sta per abbattere su questa staticità.
L'economia globale vacilla, la crisi economica predomina e riempie le pagine dei quotidiani e il crollo della Lehman Brothers, banca americana, si avverte anche a Belluggio. Il padre di Viola, a causa della chiusura della suddetta banca, rischia di perdere il lavoro e così, insieme ad altri disperati, inizia una manifestazione sui tetti dell'azienda, con la speranza che qualcuno ascolti questa protesta, che altro non è che un grido di rabbia, una voglia sacrosanta di vivere dignitosamente.
Ma la precarietà non è circoscritta alla vita professionale delle persone, perché andando a scavare più a fondo nella natura umana, si rischia di scoprire che neanche l'amore ne è immune.
Gli equilibri si rompono senza troppa fatica, hanno protezioni in cartone e non basta tingerle color ferro per renderle più robuste e questo lo sa bene Elisa, la nuova professoressa di Belluggio, che incastrata in un matrimonio infelice, cerca conforto tra le braccia di uno dei suoi studenti.
Sembra che tutti in questo piccolo paese rincorrano il sogno di una vita normale, ma nonostante questo sia anche il titolo dell'opera della Calvitto, non ci riescono; la ricerca di una vita ordinaria può essere abbastanza difficile, così tutti vivono le loro esistenze, non rendendosi conto dell'unicità e della straordinarietà della loro vita: altro che banali, questi personaggi, creati vivi e pulsanti di vita, sono funamboli bendati che da un capo all'altro della fune camminano tranquilli, nonostante la lava incandescente che li minaccia dabbasso.
L'autrice, laureata in filosofia, attraverso la sua opera, rende di pubblico dominio le sue nozioni. Cuce, strappa e ricompone il tessuto narrativo, fino a creare un arazzo di storie che dovrebbero essere comuni, ma che non lo sono e le usa come vettori per parlarci di qualcosa di molto più grande.
Una vita normale, edito da Zona Contemporanea, offre al lettore spunti di riflessione notevoli, si presenta interessante e accattivante fin dalle prime pagine e poi andando avanti non crolla, non è un maratoneta che dando tutto nella prima parte del percorso arriva al traguardo spossato, vuoto, senza più niente da offrire, ma una penna costante che sa dosare fatica e fiato, affrontando così tutte le pagine con lo stesso moto.
Sicuramente Sara Emma Calvitto non solo ha il dono di saper catturare il lettore, ma riesce anche a guidarlo per non farlo smarrire nel traffico delle lettere stampate, un cicerone che tiene tutto sotto controllo, pur non intervenendo, e con diplomazia alza un polverone che non brucia gli occhi, ma anzi aiuta a focalizzare meglio alcuni punti sfocati, che meritano invece di essere osservati e studiati in tutte le angolazioni che la nostra mente ci permette. Lasciando così quel qualcosa in più che ogni lettore cerca in un libro, anche dopo aver terminato la lettura.
E la vostra vita è Una vita normale? O siete soltanto voi a non rendervi conto di quanto sia particolare e unica.
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