"Telefono amico" di Claudia Simonelli una lettura molto piacevole, scorrevole e interessante nella moltitudine delle sue sfaccettature.

Attraverso il protagonista Stefano, laureando in psicologia, Claudia Simonelli costruisce una storia che tocca con genuinità e con un moto frizzante, concesso a pochi, la voglia di redimere la propria apatia attraverso l'ascolto, portando un esempio palese di come l'ascolto può essere non solo salutare per chi lo riceve, ma anche per chi lo dona.

Stefano è un ragazzo normale, come tanti, gli scivola tutto addosso e gli sfuggono i dettagli più importanti, legati alle persone che gli vogliono bene; questo giovinotto si può svegliare e assimilare empatia che funga da lenitivo per l'indolenza che si porta aggrappata alle spalle, come una fantomatica scimmia che non lascia il tossico in astinenza, ma per far scattare questo processo c'è bisogno dello zampino di Anna, una donna d'altri tempi, con dei principi diversi, che prendendo in simpatia questo ragazzo, innesca in lui un processo che gli farà aprire gli occhi e analizzare aspetti del quotidiano che prima non riusciva a carpire.

La madre può risultare assillante, se non si riesce a comprendere che se lei si aggrappa ferocemente al figlio è unicamente perché è l'unica cosa che le è rimasta, oramai svuotata e abbandonata da un uomo troppo preso da sé stesso. E Cristiana, l'amica che c'è sempre stata nel momento del bisogno, non sarebbe così difficile da capire se solo si ascoltasse.

Così, senza neanche sapere il perché, Stefano inizia a fare il volontario per Telefono amico, un'associazione che tramite l'ascolto offre un aiuto a chi ha bisogno di sfogarsi e con questo lavoro inizia ad affezionarsi ad alcuni utenti che chiamano, tutte donne, che se non riescono loro a salvarci, anche Dio se ne lava le mani.

L'autrice alza un polverone sulla difficoltà antropologica di immedesimarsi nel prossimo, sopratutto in una società che corre talmente tanto da rendere l'idea del fermarsi a riflettere come un'assurda perdita di tempo. Queste emozioni si analizzano attraverso Stefano e con l'aiuto delle varie donne che entrano nel calderone narrativo e lo trasformano in un caleidoscopio di colori che non abbagliano la vista, ma aiutano a percepire e a guarire da questo male di vivere, controindicazione di una sensibilità che batte la fiacca e che assopita nella sfarzosa cornice non riesce a guardare il dipinto. Questi colori si manifestano e danzano attraverso le piccole storie di queste donne, irradiando l'opera di una luce accostata esclusivamente alle icone sacre fatte a immagine e somiglianza di queste donne che divinano accettazione e trasudano tolleranza.

La signora Anna già da sola vale come un esercito, può sembrare pedante, ma ci si affeziona, fa questo effetto a tutti e Stefano non è immune, ma se non dovesse bastare tocca mettere il carico e la Simonelli sa rispondere con il seme giusto: la sua scrittura ha tutte le briscole in mano, perciò arriva Simona e tutto è già destinato a stravolgersi.

La penna della Simonelli non delude mai, sa affrontare tematiche importanti di un certo peso, facendo smaltire loro il superfluo, così che la bilancia narrativa non debba soffrire sovraccaricandosi. Questo ha un contenuto e scorre senza intoppi, mantenendo integro il registro, senza cali, costante come un pendolo, a tempo come un metronomo e con la bussola che non perde mai il Nord. Oltre questo si potrebbe tranquillamente dire che racchiude tra le sue pagine diverse spezie che ne esaltano il gusto e che si possa accostare a svariati generi letterari, rimanendo comunque unico. Potrebbe essere definito come un libro di taglio sociale e allo stesso tempo un libro, come si usa dire oggi da ombrellone, che se all'inizio pensavo che questa definizione fosse accostabile ai frutti del Vanity Press e che dipendesse dal fatto di usarlo non come mezzo di lettura, ma come spessore per rendere l'ombrellone più stabile, ho invece scoperto che si riferisce ai libri più leggeri, e Telefono amico lo è, anche se porta con sé molto di più.

Insomma Telefono amico di Claudia Simonelli è un libro da non perdere e adatto proprio a tutti, un'opera con quel qualcosa in più e al contempo gradevole e scorrevole come il G.R.A durante la vigilia di Natale. Lo amerete fin dalle prime pagine e vivrete con Stefano tutto il suo viaggio introspettivo che lo porterà ad essere ancora più umano, facendo evadere dal tartaro interiore la sua sensibilità e permettendogli di spargerla come sementa in una terra feconda che farà nascere individui più consapevoli.