L'oscurità tra le foglie, opera prima del poeta e autore Gian Luca Guillaume,
edito da Nulla Die nell'aprile del 2017, si presenta agli occhi dell'ignaro lettore come un "libricino", anche grazie alla minuta voluminosità dell'opera (circa 50 pagine), ma vi avverto, come spesso accade, l'apparenza inganna, poiché se penserete di leggerlo velocemente non ci riuscirete. Dovrete tornare più volte sul testo, ma non per capirlo, perché sarà tutto molto chiaro, bensì per assaporarlo e soppesarne ogni parola, gustandovi una scrittura densa d'amore e rabbia, che si specchia su mille sfaccettature della nostra esistenza. E sarete solo e soltanto voi a non volere una lettura scorrevole, perché sarebbe come mangiare la vostra pietanza preferita senza farla poggiare sul palato dando la possibilità ai recettori tattili della lingua di carpirne appieno il sapore. Guillaume però non si impone su una cattedra, non vuole insegnarci niente, ma vuole esclusivamente rompere quel silenzio che ci vede colpevoli nell'assecondarlo e forse cercare una possibile soluzione individuale e collettiva, che è un'azione più sana del cercarne invece i colpevoli.
L'autore non ci propone una silloge poetica, ma un prosimetro impegnato, dove prosa e poesia si mescolano, fanno l'amore e concepiscono quest'opera destinata a rimanere ai postumi e a essere considerata un capolavoro unico nel suo genere. La voce dell'autore si fa viva nel testo, si trasforma in lirica e ti accompagna in un viaggio interiore dove anche la rabbia e le incomprensioni degli "ultimi" diventano dolci, o forse sarebbe meglio dire dolcemente spietate. Calano sipari, forse autobiografici, forse soltanto dettati da un'attenta osservazione dell'umanità, la vita, la morte, i sogni e l'amore.
Tra le pagine del libro, non perderete mai la speranza, ma verrete come rapiti e in balia della brava penna di Guillaume, non potrete far altro che farvi trasportare dalle sue parole, apprezzare il moto della narrazione e rallentare, rallentare la lettura fino a scandire ogni sillaba, studiata appieno, e godervela, come un bicchiere di acqua fresca dopo la traversata del deserto.
L'oscurità tra le foglie, già dal titolo, non cerca quella luce che filtra tra gli alberi, perché quella è visibile a tutti, ma si prefigge il merito di andare oltre e scavare, cercando qualcosa che sia puro tra le domande più recondite di ogni essere umano. Sicuramente si può dire che questo prosimetro sia un'opera di valore inestimabile nel panorama letterario italiano contemporaneo e non soltanto una silloge poetica che lascia il tempo che trova, perché i poeti ormai sono una razza in via d'estinzione, ma Gian Luca Guillaume è sicuramente uno di quelli che mantiene viva la specie, perciò come dal titolo del mio breve articolo: non sparate sui poeti e non apprezzateli solamente una volta morti.
Vorrei concludere congratulandomi non solo con l'autore, del quale, come avrete ben capito, ho adorato l'opera prima e leggerò anche le altre (a patto che la sua scrittura rimanga così potente), ma anche con Nulla Die che nel panorama difficile dell'editoria indipendente nazionale, dove le big posseggono anche i mega store che non si possono definire librerie, continua a pubblicare letteratura degna di nota, proprio come questo "libricino".